La Psicoanalisi nelle Istituzioni si pratica tutte le volte che lo psicoanalista non può contrattare direttamente o esclusivamente con il paziente la costruzione di una psicoanalisi a causa di immaturità o impossibilità connesse con questioni economiche e sociali.
In questi casi il paziente deve essere supportato da una istituzione sociale che contribuisce ad assolvere temporaneamente la funzione della sua cura e/o assistenza. La prima situazione in cui si verifica tale collaborazione istituzionale è il caso della psicoanalisi infantile, nella quale lo psicoanalista collabora con l’istituzione famiglia, la quale chiaramente assolve questa funzione sociale per il bambino.
Ma la collaborazione con l’istituzione famiglia è necessaria anche in tutti i casi di psicoanalisi di coppia madre-figlio, di coppia coniugale o genitoriale o di psicoanalisi del gruppo familiare nel suo insieme.
Per assolvere alla sua funzione sociale lo psicoanalista può anche collaborare con altre istituzioni per la costruzione del setting psicoanalitico. Queste istituzioni possono essere le più varie. Esse sono quelle che svolgono le varie funzioni della socialità umana, creando luoghi specifici in cui si vive in intimità familiare, ove si convive più o meno alla pari, si collabora o si lavora per garantirsi la sussistenza e produrre reddito, ove si usufruisce di servizi civili di assistenza o si ricevono trattamenti socialmente determinati, e dove in fine si ricevono trattamenti sanitari e appunto specifiche cure psichiche.
Al momento queste ultime, le organizzazioni sanitare, oltre naturalmente alle famiglie dei pazienti, sono le istituzioni sociali in cui sono più diffusi i trattamenti psicoanalitici.