Gli ambienti ed i contesti in cui viene presa in carico la sofferenza fondano la loro efficacia su una organizzazione di lavoro che sostenga processi terapeutici orientati al rispetto dell’umanità delle relazioni interpersonali e dell’inclusione delle persone sofferenti in reti sociali accoglienti e facilitanti lo sviluppo.
Per questo motivo il funzionamento organizzativo ed emotivo di tali ambienti di lavoro deve ricevere una manutenzione costante, al fine di evitare processi di logoramento degli operatori, che rischiano di attivare a loro volta processi disumanizzanti e di esclusione sociale; quindi in ultima analisi non più terapeutici ma anti-terapeutici.